Yogurt gourmet: dessert travestiti da colazione

Lo yogurt non basta più. Una volta era bianco, acido, un po’ triste, roba da frigorifero e basta. Adesso dev’essere “gourmet”, cremoso, vellutato, con nomi così lunghi che ti finisce la pazienza prima ancora del vasetto: “strati di crema al pistacchio, note di caramello salato, crumble croccante”. Sembra di leggere un romanzo, poi lo apri ed è sempre quel cucchiaio di latte zuccherato che ti guarda sconfitto.

Hanno trasformato un semplice spuntino in una sceneggiata. Non compri più uno yogurt: compri “un momento per te”, “una coccola”, “un’esperienza sensoriale”. Tu in realtà sei in pigiama, coi capelli disfatti, a mangiarlo in piedi davanti al frigorifero, mentre ti cola sul bordo della confezione. L’unica esperienza sensoriale è il senso di colpa quando ti accorgi che per quella cosa minuscola hai speso quasi quanto un pranzo.

Mini parabola: un tipo al supermercato fissava lo scaffale degli yogurt come se dovesse scegliere il vestito per il matrimonio. Ne prende uno con un nome infinito, parla alla ragazza e dice: “Questo è perfetto per stasera, ce lo gustiamo sul divano”. Scena romantica, in teoria. Li immagino poi sul divano, luci soffuse, grande assaggio… due cucchiaiate, finito. Silenzio. Romantico rimane solo lo scontrino.

Morale: se ti serve uno yogurt di lusso per migliorarti la giornata, forse il problema non è lo yogurt, è la giornata.